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La Stazione dei Carabinieri di Tor Pignattara a Roma autorizza il pestaggio di un immigrato da parte dei suoi connazionali


Comunicato stampa

Il fatto

La Stazione dei Carabinieri di Tor Pignattara a Roma autorizza il pestaggio di un immigrato da parte dei suoi connazionali
Il giorno 7 Gennaio 2009 a Tor Pignattara un cittadino bangladese Hamid Dali viene sequestrato da alcuni suoi connazionali, con i quali divide l’appartamento, in quanto accusato di aver rubato 13.000,00 euro.
Alle 18.00 inizia quella che potrebbe sembrare la scena di tortura in un film sul fascismo: queste persone hanno iniziato a malmenare Hamid Dali, il quale non poteva urlare avendo la bocca tappata. Gli vengono legati mani e piedi, messo un tessuto sopra la faccia, buttato addosso dell’acqua e picchiato sotto i piedi con una bottiglia di vetro riempita d’acqua bollente.
Il giorno dopo alle ore 12.00 circa, qualche amico della vittima, saputo del fatto, comunica con Carabinieri, i quali sul posto vengono subito informati dagli aggressori che Hamid Dali ha rubato dei soldi e che non è in possesso del permesso di soggiorno. Allora i Carabinieri (sembra che un agente si chiami Andrea), lasciano Hamid Dali nelle mani dei suoi aggressori, in pratica è come se li autorizzassero a continuare il pestaggio, per cui Hamid Dali subisce altre torture.
In un paese “molto” democratico, circa due anni fa nella stessa stazione dei Carabinieri di Tor Pignattara con la forza 13 bengalesi vennero puniti facendo pulire loro l’intera caserma.
La notizia del Sig. Hamid Dali arriva all’associazione Dhuumcatu in data 08-01-2009 e alle ore 20.30 circa ne abbiamo subito dato comunicazione al 113, ma al terzo intervento delle ore 21.41, la Questura ci chiama e ci informa che forse l’informazione era errata in quanto loro non hanno trovato nulla. Allora richiediamo un altro intervento sempre del 113 (in quanto abbiamo perso la fiducia negli agenti del 112) e a questo punto, gli agenti della P.S. localizzano il luogo e riescono a liberare la vittima dell’aggressione: le sue condizioni sono gravi.
Noi chiediamo al Prefetto, al Questore, al comandante dei Carabinieri per quale motivo i Carabinieri di questa stazione spesso assumono comportamenti lesivi nei confronti degli immigrati? Inoltre all’ On. La Russa, chiediamo con quale motivazione i suoi uomini hanno permesso questa tortura? La nostra associazione ritiene che se il Sig. Hamid Dali risulta colpevole del reato accusato, deve essere arrestato e processato dalla magistratura e giudicato dal Giudice, come per i suoi aggressori, che devono essere immediatamente arrestati.
E’ questa la punizione che spetta ad un immigrato senza permesso di soggiorno, da parte di un governo che vuol privare chi non ha documenti del diritto alle cure mediche?
Noi immigrati non conosciamo la politica, ma abbiamo sentito che il trasferimento dell’ex Prefetto Mosca è stato un atto politico, perché egli era considerato troppo tollerante, non seguendo l’indicazione politica dell’attuale Governo nella gestione della “questione sicurezza”, in particolare il caso Rom.
Allora Signor Prefetto Pecoraro, lei è il nuovo incaricato per la sicurezza della Provincia di Roma, perciò ci rivolgiamo a Lei per sapere quale sia il suo punto di vista sulla sicurezza. Lei cosa pensa: se un immigrato non ha il permesso di soggiorno se ne può autorizzare l’uccisione? Se lei non è d’accordo, l’associazione Vi chiede di verificare chi è questo Carabiniere “Andrea”, e perché ha lasciato che un immigrato venisse massacrato dai suoi connazionali. Inoltre, Vi chiediamo di punire gli aggressori di questo grave episodio per evitare e stroncare il ripetersi di fatti analoghi all’interno della comunità immigrata in particolare quella bengalese.

Info: 0644361830, 3398127020, dhuumcatu@yahoo.it
Comunicato riguardante i chiarimenti tra l'Associazione Dhuumcatu e l'Arma dei Carabinieri
Oggi, 13 gennaio 2009, alle ore 9.30 circa, abbiamo ricevuto presso la sede dell’associazione Dhuumcatu la visita dell'Arma dei Carabinieri della Provincia di Roma allo scopo di chiarire la vicenda di Torpignattara di cui vi abbiamo dato conto nei paragrafi precedenti in questo stesso articolo. Il Comandante Colonnello dei Carabinieri, insieme al Comandante della stazione Casilina e di Piazza Dante, ci ha assicurato che è loro compito e preoccupazione garantire in egual misura la sicurezza dei cittadini italiani e degli immigrati. I funzionari dei Carabinieri hanno espresso la loro convinzione che la vicenda di Torpignattara sia stata causata dalla cattiva interpretazione del messaggio con la richiesta di aiuto arrivata al loro centralino. La chiamata al 112 in ogni caso è stata raccolta dal suddetto centralino e non dalla Stazione dei Carabinieri di Torpignattara.
La nostra associazione ha ribadito la sua posizione al funzionario dei Carabinieri e i funzionari hanno chiarito la loro posizione contro ogni atto di criminalità, da chiunque venga commesso.
Con questo comunicato ricordiamo dunque a tutti gli immigrati e in particolarmente a coloro che provengono dal Bangladesh, dall'India e dal Pakistan, che, ove ve ne fosse la necessità, anche in relazione a fatti che avvengono all'interno delle comunità, non devono esitare a contattare immediatamente le Forze dell' Ordine: Polizia, Carabinieri ,Guardia di Finanza o Vigili del Fuoco e spiegare con tranquillità al funzionario di turno l'accaduto e i motivi della chiamata.