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Progetto Approvato dal Regione Lazio

Approvato Dalla Regione LAZIO
Le pratiche di cittadinanza sono sempre più articolate a livello transnazionale, così come gli elementi culturali, soggettivi e collettivi, che contribuiscono a definirle. Il progetto si propone di coniugare tale “meticciato” culturale in un servizio che sia in grado di interfacciarsi con le istituzioni pubbliche, con le strutture familiari, con le esigenze delle donne di valorizzare le proprie competenze, esigenze e il proprio portato culturale. L’approccio, per non incorrere nel rischio di un fallimento dell’iniziativa, è quello del rispetto delle identità culturale, religiosa, tradizionale delle beneficiarie del progetto, da un lato, e intercettare tutti gli strumenti e le politiche messe a disposizione dalle strutture pubbliche per favorire una crescita sociale, economica e partecipativa delle donne migranti, dall’altro.
Il servizio si propone come obiettivo generale la promozione di pratiche di cittadinanza reale attraverso attività finalizzate a:
l’incremento della conoscenza dei servizi di riferimento per sé e per la famiglia, da quelli scolastici a quelli socio-sanitari, a quelli di promozione di attività culturali e lavorative;
la partecipazione formale ed informale nelle realtà aggregative presenti nel tessuto sociale, sia pubbliche, sia private;
la conciliazione dei tempi di autovalorizzazione sociale, culturale, lavorativa della donna con quello di cura dei figli e dell’ambito familiare;
Gli obiettivi specifici del progetto sono:

Il raggiungimento di 1.200 donne bangladesi, indiane e pakistane a Roma; 200 donne indiane a Civitavecchia; 300 donne indiane e pakistane a Anzio e Nettuno; 300 donne indiane e bangladesi a Terracina e Sabaudia (LT). La rete capillare di Dhuumcatu può garantire il raggiungimento dell’obiettivo.
da 4 a 6 gruppi interetnici (uno o più per ogni ambito territoriale sopra descritto) che, con il supporto di professioniste esperte di tematiche inerenti la condizione delle donne migranti, coinvolgano attivamente un numero variante tra 1.000 e 1.200 donne.
relazioni con le strutture pubbliche locali, per l’ottimizzazione della fruizione dei servizi, attraverso il dialogo costante con i gruppi di donne.
rapporti consolidati con strutture del privato sociale a livello locale per la messa a sistema dei risultati raggiunti attraverso la formazione, l’informazione e la capacitazione dei gruppi di donne.
da 200 a 400 donne formate per un livello A1 di lingua italiana.
Foto: Approvato Dalla Regione LAZIO
Le pratiche di cittadinanza sono sempre più articolate a livello transnazionale, così come gli elementi culturali, soggettivi e collettivi, che contribuiscono a definirle. Il progetto si propone di coniugare tale “meticciato” culturale in un servizio che sia in grado di interfacciarsi con le istituzioni pubbliche, con le strutture familiari, con le esigenze delle donne di valorizzare le proprie competenze, esigenze e il proprio portato culturale. L’approccio, per non incorrere nel rischio di un fallimento dell’iniziativa, è quello del rispetto delle identità culturale, religiosa, tradizionale delle beneficiarie del progetto, da un lato, e intercettare tutti gli strumenti e le politiche messe a disposizione dalle strutture pubbliche per favorire una crescita sociale, economica e partecipativa delle donne migranti, dall’altro.
Il servizio si propone come obiettivo generale la promozione di pratiche di cittadinanza reale attraverso attività finalizzate a:
l’incremento della conoscenza dei servizi di riferimento per sé e per la famiglia, da quelli scolastici a quelli socio-sanitari, a quelli di promozione di attività culturali e lavorative;
la partecipazione formale ed informale nelle realtà aggregative presenti nel tessuto sociale, sia pubbliche, sia private;
la conciliazione dei tempi di autovalorizzazione sociale, culturale, lavorativa della donna con quello di cura dei figli e dell’ambito familiare;
Gli obiettivi specifici del progetto sono:

Il raggiungimento di 1.200 donne bangladesi, indiane e pakistane a Roma; 200 donne indiane a Civitavecchia; 300 donne indiane e pakistane a Anzio e Nettuno; 300 donne indiane e bangladesi a Terracina e Sabaudia (LT). La rete capillare di Dhuumcatu può garantire il raggiungimento dell’obiettivo.
da 4 a 6 gruppi interetnici (uno o più per ogni ambito territoriale sopra descritto) che, con il supporto di professioniste esperte di tematiche inerenti la condizione delle donne migranti, coinvolgano attivamente un numero variante tra 1.000 e 1.200 donne.
relazioni con le strutture pubbliche locali, per l’ottimizzazione della fruizione dei servizi, attraverso il dialogo costante con i gruppi di donne.
rapporti consolidati con strutture del privato sociale a livello locale per la messa a sistema dei risultati raggiunti attraverso la formazione, l’informazione e la capacitazione dei gruppi di donne.
da 200 a 400 donne formate per un livello A1 di lingua italiana.